giovedì 17 settembre 2009

Morire per il supermodel Karzai?

E così dovremmo continuare a morire per gli interessi della Unocal e del suo burattino-presidente-supermodel, eletto con i brogli (si parla di almeno 1.500.000 voti dubbi) e talmente arrogante da dichiarare che gli osservatori europei dovrebbero farsi i cazzi propri invece di denunciare irregolarità nello scutinio dei voti, in quelle che in teoria avrebbero dovuto essere elezioni democratiche. Bellino lui, con il berrettino di astrakhan e il paltoncino d'alta sartoria.

Dovremmo continuare a morire per difendere uno strapuntino in balconata gentilmente concessoci dal Potere Petrolifero Mondiale nel paese dove la guerra sarebbe arrivata comunque, anche senza 11 settembre, perchè era già deciso da ben prima il 2001 che là si dovessero riaprire i due rubinetti principali dello sfruttamento del popolo afghano per il bene delle multinazionali, petrolio ed oppio, chiusi a tradimento dai poco malleabili talebani, vere e proprie bisce che si rivoltarono ai loro antichi ciarlatani.

La storia vera della guerra in Afghanistan è nota per chi la vuole conoscere. La democrazia non c'entra nulla, non siamo là a portare la democrazia ma a compiere una missione affidataci dai nostri superiori imperiali.
E' una guerra di merda fatta per conquistare posizioni strategiche nello scacchiere della competizione energetica e noi facciamo le comparse, sperando di ottenere le briciole, con il rischio di morte, però.
Perchè, anche se i media ce la raccontano come una scampagnata dei soliti italiani brava ggente che vogliono tanto bene ai bambini colorati, là c'è la guerra. Si spara, si imbottiscono le auto di C4 e ci si va a far saltare addosso agli italiani che, dal loro punto di vista, non sono altro che invasori.
I militari che sono là lo sanno ma qui si fa finta di nulla, sperando che non capiti mai ciò che è capitato oggi: sei giovani uomini morti, dilaniati dall'esplosivo.
Si vive alla giornata, confidando nel solito culo italiano che ci protegge sempre. Invece no. La guerra non guarda in faccia nessuno e oggi contiamo anche noi i nostri morti.

Si è detto: ma allora che dovremmo dire delle popolazioni bombardate delle quali non frega niente a nessuno e i cui morti nessuno più conta. Giustissimo. Il problema non sono i civili e i soldati, entrambi vittime della porca guerra, il problema è la rappresentazione fasulla e fraudolenta che si fa della guerra nei nostri paesi, per coprirne le vere motivazioni. E' un problema di comunicazione e propaganda, con i giornalisti che reggono il sacco macchiandosi di complicità con i mandanti delle guerre d'interesse.
Perchè ci meravigliamo che ci abbiano sparato addosso e che ci abbiano uccisi?
Perchè il potere, attraverso i contabubbole dei telegiornali, ci avevano raccontato una storia totalmente diversa e i conti non ci tornano. Nemmeno quelli che dovrebbero misurare l'orrore della perdita di migliaia di vite umane.

Detto che troverò vomitevole qualsiasi condanna e manifestazione di cordoglio da parte di chi non ha impedito ma anzi ha avallato questa guerra e continua a difenderne le ragioni, mandando la gente a morire e ad uccidere, da Napolitano a Berlusconi; che, come al solito, troverò insopportabile la retorica dei "nostri ragazzi", ci sono cose che non vorrei sentire stasera.

Per esempio che non ce ne frega nulla di quelli che sono morti perchè muoiono anche gli operai di lavoro.
Ebbene, quelli che sono morti, non essendo fantaccini coscritti ma professionisti stipendiati delle Forze Armate, sono da considerarsi morti sul lavoro a tutti gli effetti, meritevoli del rispetto che si deve a dei lavoratori. Non vorrei sentire che sono fascisti e roba del genere.
Non vorrei sentire che vengono pagati profumatamente per andare a Kabul e quindi cazzi loro.
Lo stipendio più alto, quello di un generale, è di 7000 euro e rotti al mese netti. Infinitamente meno di un qualsiasi calciatore trombaveline che al massimo rischia il legamento crociato e non la pelle. Per non parlare dei 13.000 euro al mese che guadagnerà Renzino Bossi come "consulente" all'Expo di Milano o gli stipendi dei parlamentari. Quelli sono i veri scandali.

Non voglio sentire gli opportunismi di chi fino a ieri era a favore della guerra e stasera no perchè ci sono le mamme che piangono. Mi riferisco ai leaders politici. Se la perdita di sei nostri soldati è veramente insostenibile si prenda la decisione di ritirarsi dall'Afghanistan per evitare ulteriori disgrazie. Altrimenti si taccia. Se non per rispetto, almeno per pudore.

P.S. Detto tutto questo, trovo incomprensibile la disdetta della manifestazione di sabato a favore della libertà di stampa. E' proprio a causa della mancanza di obiettività informativa che i popoli accettano passivamente che si combattano le guerre nelle quali vanno a morire anche i loro figli.
Andavano piuttosto sospesi il campionato di serie A o la Champions League, non una manifestazione in difesa della libertà. Ma si, figùrati...

11 commenti:

  1. Adetrax22:46

    la guerra sarebbe arrivata comunque, anche senza 11 settembre ...

    Come si può intuire, sostenere la verità ufficiale sull'11 settembre è essenziale per consentire a certi personaggi di continuare a giustificare le guerre in Afghanistan e Iraq.

    In effetti ogni volta che si accenna al contrario, calano schiere di deliranti sostenitori dell'impossibile, autentici pasdaran che ormai presidiano permanentemente tutti i media, blog inclusi; evidentemente anche loro partecipano al teatrino svolgendo questo servizio.

    E' una guerra di merda ...

    Come tutte le guerre ... è solo che ai nostri giorni certe cose si capiscono prima che tutto finisca ma come al solito non si vedono grandi differenze nella reattività dell'opinione pubblica rispetto al passato.

    Nel 2002-2003 la maggioranza degli italiani era contraria all'intervento italiano in Afghanistan come pure al successivo intervento in Iraq eppure dopo aver sopportato per anni le farneticazioni di Silvio circa le mirabolanti partecipazioni alla ricostruzione post-bellica (ma bravo, quindi era anche quello il motivo della partecipazione), se ne sono dimenticati alle elezioni del 2008.

    mandando la gente a morire e ad uccidere, da Napolitano a Berlusconi ...

    Certo che quando a inizio anno Napolitano faceva i discorsi davanti ai rappresentanti delle forze dell'ordine e delle forze armate auspicando l'impegno di tutti per l'avvento di un nuovo ordine mondiale tutti hanno fatto finta di non capire che cosa intendesse davvero, nessun giornalista ha avuto la benchè minima ispirazione a scrivere qualche considerazione sul tema; eppure micro-stralci dei sui interventi sono stati trasmessi sulle TV nazionali.

    In ogni caso l'intervento italiano in Afghanistan è legato alle risoluzioni ONU e agli interventi NATO e che si sappia nessun politico italiano che conta ha mai messo in dubbio l'opportunità di tale partecipazione (per molteplici e delicati motivi non riferibili alle casalinghe di Voghera e Canicattì).

    Perchè si fa tutto questo ?

    Probabilmente per il potere, per i dannatissimi soldi (rispolveriamo pure le definizioni medievali dei soldi) e per qualcos'altro ancora; nel frattempo i cittadini USA se la passano particolarmente male con la crisi economica, voluta anche per dimenticare un periodo e iniziarne un altro non necessariamente migliore.

    Per concludere credo che ora cominci ad essere più chiara anche la natura e la missione dell'Obama politico (come uomo non sarà felicissimo del letamaio in cui si è immerso): anche lui ha parlato di terroristi dell'11 settembre, di lavoro da finire in Afghanistan e al G8 2009 non ha distolto l'occhio dal sedere di una minorenne; di questo passo spero solo che non diventi un amicissimo di papi con licenza di lingua in bocca.

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  2. Amadiro22:59

    L'unico appunto che mi sento di fare è che i militari non sono lavoratori come tutti gli altri. A nessuna categoria di lavoratori può capitare di uccidere un centinaio di civili in una notte, o di trucidare una familia perchè sbaglia il soprpasso in auto, senza doverne rendere conto in tribunale... nessuna professione prevede l'omicidio come normale "effetto collaterale".

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  3. Anonimo00:06

    lameduck
    hai visto "ballarò?,hai ascoltato l'ex militare in carrozzella,ora deputato pdl,?
    Questi e gli altri che cosa sono?brava gente o faxisti?
    lele

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  4. in un'atmosfera rarefatta che sa di scoreggia, sentire una voce così chiara e cristallina è una sorta di benedizione.

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  5. Anonimo08:29

    condivido appieno il tuo post anche dove dichiari di equiparare i militari ai lavoratori,perche aldila' della ideologia politica in un ambiente dove la si accetta per opportunismo o anche per imposizione,spesso questi giovani trovano nella carriera militare l'unico sbocco lavorativo in un mezzogiorno sempre piu abbandonato a se stesso.
    Appello dei lavoratori licenziati
    al termovalorizzatore di Acerra
    A tutti (anche se pochi e impauriti) i giornalisti di questo Paese, aiutateci a renderci visibili.

    Vogliamo avere una possibilità di raccontare la nostra storia e come il nostro licenziamento non è stato dettato da mancanza di meritocrazia, bensì da accordi camorristici tra due società A2A-FIBE, accordo che ancora una volta mette in primo piano la spregiudicatezza, la violenza e i metodi mafiosi di un sistema, che, avvalendosi di un fiume di soldi pubblici, continua a fare affari privati.

    Acuire, esasperare tensioni sociali, laddove (purtroppo per noi del sud la mancanza di lavoro è una regola e non l'eccezione) il problema è drammaticamente di attualità.

    Non si può affidare la gestione occupazionale a società interinali solo per salvare le apparenze, visto che, nel caso specifico, i lavoratori estromessi erano ben consci del proprio lavoro, anzitutto perché erano "GIÀ" nel ciclo di incenerimento e poi perchè negli anni avevano partecipato alla costruzione dell'impianto con le varie ditte appaltatrici dei lavori.

    Questa non è "una guerra tra poveri", è solo una questione morale di grande ingiustizia sociale, dove gli onesti devono soccombere senza diritto di replica.

    Licenziati con due righe (con lettere consegnateci dai militari). Non hanno più pudore, non si vergognano più di niente, le travi di cui parla qualcuno sono pali della vergogna che loro ostentano come medaglie olimpiche, e chi più schifezze fa più salirà alto sul podio.

    Chi ha operato queste scelte ne dovrebbe dar conto, ma siamo pochi, abbandonati e relegati su un marciapiede, guardati a vista da militari e militi fuori dall'inceneritore.

    Per giorni (anche nel torrido ferragosto) siamo stati qui a contemplare il nostro posto di lavoro che non c'è più, e col vapore eccedente che si libra in cielo sfuma anche il futuro per noi e per i nostri figli.

    Aiutateci, perchè non abbiamo un Maurizio Zipponi.

    Aiutateci, perchè siamo stati lasciati soli dai sindacati.

    Aiutateci, perchè le istituzioni locali di Acerra hanno fin troppi problemi giudiziari e sono latitanti.

    Aiutateci e ne avrete in cambio un riconoscimento morale, un appagamento interiore, là dove non può un cannone può una parola, perché lasciano il segno.

    “Ho un sogno”, disse il grande Martin Luther KIng. Anche noi ce l'abbiamo (e piccolo) e si chiama lavoro, che, credeteci, per noi è TUTTO.

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  6. L'unico passaggio su cui ho qualcosa da obbiettare è quello a proposito dei morti sul lavoro. Non dico che se lo sono scelto e quindi son cazzi loro (sono assolutamente daccordo con "rossoallosso").
    Io però vorrei che fossero i morti sul lavoro "normale" ad avere la stessa considerazione e lo stesso rispetto in parlamento, in tv e nel paese, anzi un pò di più, perchè se fai l'operaio non ti aspetti proprio di morire sul lavoro, mentre se vai in missione in afganistan magari un pensierino ce lo fai e ci rifletti bene prima di decidere. Quindi stessa considerazione e rispetto per tutti, anche per l'operaio marocchino caduto dal ponteggio.......

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  7. Sono d'accordo su tutto...
    Ieri ho guardato spezzoni di qualche trasmissione, compresa quella pomeridiana su rai uno con Sposini. Li c'era un giornalista (di cui non ricordo il nome) che ha detto che da inviato ha visto i soldati USA fare cose assurde alla popolazione, ha detto che qualsiasi soldato italiano sosterrebbe la stessa cosa a telecamere spente. Questa cosa si sa e si sapeva, però ho trovato significativo che qualcuno l'abbia detto in tv. Poi invece Di Mauro del Tg1 (anche lui era stato inviato là) ha detto che li c'è la guerra (tutti convenivano su questa cosa, e hanno tutti spiegato che la guerra si sta svolgendo con compiti e strategie ben precise, ne hanno anche spiegata qualcuna) e che però in un paese dove prima c'era una dittatura sanguinaria e una delle peggiori del pianeta adesso ci sono le votazioni, che il presidente votato non è il massimo, che la percentuale di votanti è stata il 38% per le intimidazioni talebane, che ci sono stati brogli, però dove prima non c'erano adesso ci sono le elezioni. Wow!! Che grande esempio di democrazia! Ecco dove andremo a finire anche noi...
    Poi ho guardato il primo pezzetto di Ballarò (oggi guardo che ascolti ha fatto, perchè se ne ha fatti pochi con tutti quelli che hanno protestato per il suo spostamento veramente mi incazzo), e l'ho trovato vomitevole. Anche l'intervento di La Russa al parlamento è stato vomitevole. Ha detto cose sensate, il che era anche strano, e a parte il suono di qualche cellulare c'era silenzio e nessuno mangiava mortadella, però è vomitevole che ogni volta facciano le condoglianze, recitino la parte dei dispiaciuti, senza cambiare una virgola. E' abominevole che ogni volta dicano "serve unità" come i propositi e i fioretti dei bambini cattivi, che per un giorno di fare i bravi bambini per meritarsi la caramella. E' assurdo che si dia loro spazio in qualsiasi trasmissione.
    Ho sentito anche 5 minuti il soldato rimasto in carrozzella dopo una missione in Somalia. Lui ha detto che non c'è gente che va in missione per avere uno stipendio, perchè nessuno è così stupido. Cosa su cui tra l'altro sarei d'accordo, perchè rischiare la vita ogni minuto per 5000 euro al mese... Però so per certo che se mai è il contrario, sono tantissimi i militari che vogliono partire per guadagnare di più. Sicuramente ci credono nella patria e nella sua difesa, però anche i soldi fanno la loro parte.

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  8. Anonimo10:29

    condivido tutto il post, anch'io oggi piango quei soldati: lavoratori mandati a far la guerra in barba all'articolo 11 della Costituzione (l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali). Sul post scriptum hai ragione, ma capisco anche perchè l'FNSI abbia rimandato al 3 ottobre: immaginati come ci avrebbe sguazzato un Feltri, tanto per dire.
    paolo

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  9. Aggiungo alcune considerazioni sparse.
    La settimana scorsa c’è stata una strage per recuperare una cisterna rubata dai talebani.
    Ormai si sa che ci sono andati di mezzo molti civili, nonostante le smentite iniziali (certo, lì si va a creare oratori e circoli ARCI, e le armi sono coi tappi di sughero).
    Era nell’ordine delle cose che si sarebbe avuta una rappresaglia.

    O i nostri sono veramente così cretini da credere che, visto che l’avevan provocata americani e tedeschi, sarebbero stati colpiti loro?
    Per gli afghani siamo tutti occidentali invasori, non distinguono certo tra “Ah no, gli italiani sono simpatici, brava gente, hanno pure inventato la pizza”.

    Altro pensiero cinico.
    Assodato che le ragioni umanitarie di questa guerra contano per il 30% (ok, le donne non vengono più decapitate se girano per strada da sole…o forse no) e per il 70% contano quelle economiche…
    Io mi chiedo: l’Italia quanto sta “mangiando” in tutto questo?
    Pochissimo: ha avuto più appalti la Spagna, che pure si è ritirata.

    E allora perchè restano lì?
    Aiutare non aiutano, guadagnare non guadagnano… cosa è?!

    E non si può neppure incolpare il nano, perchè Prodi non ritirò un soldato dall’Afghanistan e dall’Iraq.

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  10. Nulla da aggiungere al tuo post, di cui condivido ogni parola, e ai commenti di chi mi ha preceduta.
    Vorrei però sottolineare, come da tuo post scriptum, che sarebbe stato importante, anzi, fondamentale manifestare, in questo momento, in favore della libertà di stampa. Proprio perchè sono maledettamente in pochi a conoscere le reali motivazioni che hanno decretato lo stato di GUERRA in Afghanistan.
    L'unico modo per onorare e rispettare i vivi e i morti non è comporre pistolotti grondanti retorica nazionalista ma scrivere e far conoscere la verità.

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  11. Cara amica Lameduck,

    ""Massimo D’Alema non ha dubbi: «Il ritiro della comunità internazionale dall’Afghanistan sarebbe una catastrofe».""
    (L'Unità di oggi)

    Per fortuna anche a sinistra c'è chi ragiona. Per una volta, anche se sono di destra, devo fare i complimenti a D'Alema.

    Ciao Davide

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